Antidoping

Il campione olimpico di salto con l'asta di Rio 2016, il brasiliano Thiago Braz, è stato squalificato 16 mesi dall'Athletics Integrity Unit

L'Athletics Integrity Unit (AIU) ha squalificato per 16 mesi il campione olimpico di salto con l'asta di Rio 2016 Thiago Braz per la presenza di glucuronide di ostarina che l'atleta ha dichiarato di aver consumato attraverso integratori sportivi contenenti la sostanza vietata.


Di seguito il comunicato dell'AIU


Il trentenne saltatore con l'asta brasiliano, che ha vinto l'oro olimpico davanti ai suoi tifosi di casa otto anni fa e ha conquistato il bronzo a Tokyo cinque anni dopo, salterà ora i Giochi Olimpici di Parigi 2024. Si ritiene che abbia violato le norme antidoping mondiali relative alla "Presenza di una sostanza vietata o dei suoi metaboliti o marcatori nel campione di un atleta".


Il glucuronide dell'ostarina è un metabolita dell'ostarina ed è una sostanza vietata nell'elenco WADA 2023 nella categoria "Altri agenti anabolizzanti". È una sostanza utilizzata per migliorare la crescita muscolare e le prestazioni atletiche. 


Braz, che è stato provvisoriamente sospeso dall'AIU il 28 luglio 2023 dopo aver il test in gara al meeting Diamond League di Stoccolma, sarà escluso dalle competizioni fino al 27 novembre 2024.


L'AIU, che valuterà l'impugnazione della squalifica di 16 mesi, aveva chiesto una sanzione di quattro anni per l'atleta, sostenendo in particolare l'“intento indiretto”; era consapevole del rischio connesso all'uso di integratori provenienti da farmacie brasiliane e aveva "manifestamente ignorato tale rischio".


“Gli atleti brasiliani, incluso il signor Braz, sono stati specificamente istruiti sui pericoli legati all'uso degli integratori provenienti dalle farmacie brasiliane. Ciò è avvenuto tramite i forum online AIU e gli avvisi di consulenza degli atleti AIU”, ha affermato il capo dell’AIU Brett Clothier. “Alla luce di questi avvertimenti molto chiari, è deludente dover affrontare un caso del genere”.


Braz, ex campione del mondo Under 20 e campione sudamericano, ha sostenuto di non aver usato consapevolmente l'ostarina ma che è stata assunta tramite integratori – contenenti la sostanza vietata – indicati da suo nutrizionista sportivo con l'obiettivo di migliorare la sua salute. L'atleta sostiene inoltre di essere stato assicurato dal nutrizionista che erano state effettuate le ricerche pertinenti presso le farmacie coinvolte e gli era stato anche assicurato che "nessuno degli integratori che gli venivano forniti conteneva sostanze vietate dalla WADA (la World Anti -Agenzia antidoping)”.


Nel prendere la decisione finale, il Tribunale Disciplinare si è dichiarato convinto, sulla base “dell'equilibrio delle probabilità”, che l'origine della violazione delle norme antidoping (ADRV) siano stati gli integratori contaminati prodotti dai produttori Scienza Farma.

28/05/2024